domenica 4 dicembre 2011

NECROMASS - Abyss calls life



Anno : 1996

Band : Necromass

Etichetta :  Funeral industries (2011)


Genere : Death/Black metal




Formazione : Charles Blasphemy (voce)


                      Black wizard (drums)


                      Ain Soph Aour (basso)


                      John Cordoni  (chitarra)


                      Nachzerher Mara (chitarra)


Fa abbastanza effetto pensare che due  eccellenti dischi Black metal come “Mysteria Mystica Zothyriana” e “Abyss calls life” siano stati partoriti nel nostro paese,  più precisamente nella mia città, Firenze.
La sorpresa è forse  data dal fatto che l'accostamento Black Metal e Scandinavia viene spontaneo, se non matematico ; evidentemente siamo di fronte  all'ennesimo errore dettato dall' esterofilia che purtroppo spesso ci contraddistingue. Questi due album sono usciti entrambi a metà degli anni '90, lo stesso periodo in cui a Oslo esisteva l' Helvete e personaggi come Oystein “Euronymous” Aarseth e Kristian Vikerness (Burzum) dominavano la scena. Segno evidente che anche il nostro amato paese offriva all'epoca spunti interessanti per questa musica intrisa di oscurità.
Sembra infatti che I nostri Necromass  siano veramente riusciti a ricreare  la sensazione di inquietudine ed il fascino morboso che ci spinge verso l' ignoto , elemento tipico di questo genere che io amo definire “contemplativo”.
Non esagero a dire che ad ascoltare questi due dischi i brividi sono assicurati, sicuramente perché l'aspetto emotivo, quella componente che scaturisce dalle note, che ti ipnotizza e fa della musica l'arte che è, sembra essere uno degli ingredienti basilari di questo lavoro.
I Necromass si sono riformati nel Marzo del 2011, dopo lo scioglimento avvenuto nel 1998. La band è nata nel lontano 1992 e si avvale di due full lenght, un demo, un EP e due '7. La formazione con cui si sono presentati è la medesima degli anni passati, l'unica novità è rappresentata dall'entrata del batterista Charun, arrivato in sostituzione di Black Wizard (Stefano Bonini, attivo ora nei Domine).
Per la ristampa dei loro due lavori ci ha pensato l'etichetta tedesca Funeral Industries : questo “Abyss calls life” è il loro secondo album, datato 1996.
Meno grezzo, meno graffiante e meno denso del precedente “Mysteria Mystica Zothyriana” questo secondo lavoro del combo fiorentino ottiene ugualmente il medesimo risultato : una pesante inquietudine mista a tormento. Questa volta però per ottenere tutto questo sono stati utilizzati “strumenti” diversi : una mescolanza tra suoni puramente death/black, influenze doom, una voce in screaming ruggente e parti melodiche e pulite, con sprazzi di voce femminile.
Notevole l'immagine dell'abisso che chiama, o per meglio dire rapisce e risucchia. Che ci sia un serpente che striscia e urla, nel buio di uno spazio che sprofonda sempre più in basso e si restringe (immagine quasi claustrofobica), è un'idea che fa sicuramente paura, ma allo stesso tempo è un grosso stimolo per la nostra malata curiosità.
Le otto tracce del disco si susseguono una dietro l'altra come
un richiamo struggente verso un mondo lontano. Si tratta in tutti i casi di pezzi lunghi, mai uguali, con un estrema varietà di suoni, spesso ci sono così tanti passaggi che si ha l'impressione di essere arrivati alla canzone successiva, ma in realtà non è affatto così. La numero uno è “(An animal) Forver”, veloce e trascinante, dove la voce del singer, che sembra quasi quella di un fantasma, si fonde con la melodia straniante della canzone. La creatività e l'assenza di schemi che si ripetono sembrano ciò che contraddistingue questo disco, decisamente affascinante è anche la seconda canzone “Vibrations of burning splendour” dove una serie d'incantevoli lamenti femminili schiariscono per un momento l'oscurità che caratterizza i suoni tetri del pezzo. Seguono “into the warth of darkness”, “Bloodstorm collide” e “Unpure”,  decisamente trascinante, fatta di riff veloci che catturano quasi in un vortice, sino alle parti più melodiche che sanno quasi di malinconia.
Il gioiello del disco è rappresentato però dalla sua penultima traccia “A serpent is screaming in the abyss”, pezzo molto profondo che si avvale di un attacco rilassante ed ipnotico (qualcosa di geniale, non sembra quasi una creazione umana), che dondola l'ascoltatore prima che il singer cominci a gridare e la musica ad andare sempre più veloce, come un vortice. Veramente un risultato di estrema bellezza, dalla prima all'ultima nota.
Il disco si conclude con “Before to obsess", pezzo che inizia lento ma che prende poi piede, qui la voce di Charles Blasphemy si fa  strozzata e continua  mentre la musica avanza. Assenti le melodie sognanti dei pezzi precedenti, compaiono solo  alla fine del pezzo , dove una sottospecie di ninna nanna eseguita dalle chitarre chiude l'album come un soffio. Decisamente meno attraente di "a serpent is screaming in the abyss",   in alcuni momenti sembra però quasi incantare. Presenti alla fine anche due bonus tracks, due versioni diverse di " Vibrations of Burning Splendour" e "Bloodstorm collide".
Concluso l'ascolto  non si può che sperare che il prossimo disco dei Necromass, su cui sembra che si siano già messi al lavoro, non sia da meno di tutto questo.

(Del Buono Carola)

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