lunedì 28 febbraio 2011

SICKENING - BRUTAL DEATH IN INLAND EMPIRE



Alessandro Materassi e Marco Taiti, rispettivamente chitarrista e batterista della Brutal death band fiorentina Sickening  sono qui per parlarci di loro e del loro nuovo disco "Against the wall of pretence"  ...

(Di Carola Del Buono)





  

Allora Alessandro, come prima domanda vorrei che tu mi parlassi di come la tua band, i Sickening, si sono formati e di come è stata la vostra evoluzione dagli inizi sino ad oggi

A: Ci siamo formati nel 2003 con l'intento di suonare del classico brutaldeath in stile americano. Da allora abbiamo sicuramente affinato un po' il nostro stile cercando di portare il songwriting ad un livello sempre maggiore, ma cercando di rimanere ancorati agli stilemi classici del genere, non ci piacciono troppo le contaminazioni o le aperture verso quello che via via negli anni va di moda.

Vorrei chiederti anche perché la scelta di questo nome per il vostro gruppo, Sickening … E’ un termine abbastanza utilizzato nell’ambito Brutal Death metal, oltre che essere una canzone dei Meshuggah

A: Ma non c'è un particolare motivo, ci piaceva come suonava e l'abbiamo adottato tutto li. Comunque i Meshuggah non hanno niente a che vedere.

Passiamo direttamente al vostro nuovo album “Against the wall of pretence”, puoi presentarmelo dal punto di vista musicale ?Ascoltando il vostro pezzo su myspace “Blast of madness” si assiste ad una potente scarica di legnate, con momenti dominati dal suono di una chitarra ossessiva  e minacciosa. Cosa mi dici riguardo anche alle altre tracce ?

A: Il nostro nuovo disco è sicuramente un lavoro molto più maturo del suo predecessore, sicuramente acerbo sotto alcuni punti di vista: abbiamo lavorato a fondo sugli arrangiamenti di ogni singolo pezzo cercando di non tralasciare alcun dettaglio. A noi il risultato è piaciuto e siamo soddisfatti di come ogni singolo brano è venuto fuori, speriamo la pensi cosi anche chi lo ascolterà.




Sapresti farmi un confronto fra questo ultimo album che esce ora e il primo album che avete fatto “Ignorance supremacy” (Uscito nel Marzo 2008) ? Quali sono le differenze  e le eventuali similitudini ?

A: Le nuove canzoni presentano una maggiore maturità sia compositiva che da parte di ognuno di noi, oltre ad essere sicuramente più veloci e complesse di quelle del disco di esordio, anche se la matrice possiamo dire che è la stessa di “Ignorance supremacy”.

Parlami ora invece di come vi siete organizzati per la registrazione e la produzione del CD…

A: L'acquisizione è stata fatta presso lo Studio Emme a Calenzano, qui vicino Firenze, da Giulio Cercato, mentre mixing e mastering sono stati fatti al 16<sup>th</sup> Cellar Studio, a Roma, da Stefano Morabito. Entrambi si sono dimostrati ragazzi in gamba, molto efficienti e che fanno egregiamente il loro lavoro. Gli siamo molto grati perché il disco suona esattamente come volevamo.

Questo vostro secondo album ha come soggetto il film di David Lynch “Inland Empire – L’impero della Mente” . Come mai proprio questa scelta ? E che cosa in particolare riguardo a questo film avete affrontato ?

A: Lynch oltre ad essere uno dei nostri registi preferiti ha sempre realizzato film molto scuri, tetri ed opprimenti, aggettivi che ben si sposano col genere che proponiamo. In particolare Inland Empire parla dell'incapacità di distinguere la realtà dalla finzione, in una sorta di vortice mentale simile alla pazzia. Pensavamo fosse un tema abbastanza in sintonia con la nostra musica.





Una domanda riguardo a David Lynch, una caratteristica di tanti suoi film sono l’accento che lui mette sulle sue protagoniste femminili, che spesso, forse  a causa proprio di questo, sono personaggi difficili da dimenticare (basta che pensi alle donne di Twin Peaks, di Cuore Selvaggio o Velluto Blu …). Cosa ne pensi di questa mia affermazione ?

A: Mah…non sono un grandissimo critico cinematografico, anche se mi piace il cinema. Comunque sono d’accordo con quello che hai detto, i personaggi femminili dei film di Lynch sono sempre personaggi totali e vivi, con una psicologia spesso complessa. Probabilmente dovremmo chiedere a lui come mai dipinge sempre così le donne.


In tante occasione ti ho sentito esprimere il tuo giudizio riguardo al fatto che molte band sono disposte a pagare per suonare, hai ribadito molte volte che “ … No, non è l’unica soluzione che esiste, questo tipo di proposte esisteranno finchè ci sarà qualcuno disposto a pagare per suonare. Il problema secondo me è che molti gruppi non riescono a valutare oggettivamente la qualità del prodotto che offrono, e quindi, pur di far uscire il disco ed “avere” un’etichetta (che poi sarà mai, con queste proposte me lo autoproduco) accettano anche di pagare per suonare o comprare i propri CD etc..etc…Secondo me è tutto veramente assurdo”.
In sostanza tu sostieni che secondo te un gruppo non deve scendere  a questi compromessi, che deve sempre riconoscere il valore di quello che fa … Spiegaci meglio …
A: Credo non ci sia molto da spiegare, trovo assurdo dover pagare per fare uscire un disco o per suonare di spalla ad un gruppo. Le cose devono essere meritate, non comprate. Se alcuni gruppi non “arrivano” probabilmente è bene che si pongano delle domande riguardo alla propria proposta musicale. Tutto qua.

Qual è la tua opinione riguardo alla scena Brutal Death italiana ; nonostante questa musica si possa definire una “nicchia nella nicchia” e l’Italia è sempre raffigurata come una nazione che non accetta la musica metal, questa scena sembra molto attiva. Tu cosa mi dici al riguardo ?

A: E’ una scena che si sta lentamente affermando e si sta facendo conoscere anche al di fuori dei nostri confini. Ormai abbiamo gruppi che spaccano il culo anche a molti gruppi stranieri. L'unico peccato è ancora la scarsa affluenza che c'è qui da noi ai concerti estremi.


Una domanda molto personale, la musica Brutal Death e Grind Core vengono spesso definite “la violenza fine  a se stessa” , in special modo da chi non segue questi filoni musicali ( e forse non li apprezza nemmeno…). Te che ne pensi di quest’ affermazione ? Tu che questa musica la segui e la suoni, come preferiresti invece definirla ?

A: Direi che è una grossissima stronzata ahahah.

So che voi Sickening avete fatto delle date all’estero, dove avete suonato, in quale occasione e com’è stata questa vostra esperienza? Pensi anche te che varcare le Alpi sia un’occasione per le bands come le vostre per trovare situazioni migliori per suonare a dispetto di ciò che invece trovate qui in Italia ?

A:Abbiamo suonato in Svizzera (in occasione del Mountains of death 2008), Repubblica Ceca e Germania. Suonare all'estero è sempre un'esperienza unica per qualsiasi tipo di gruppo. Quello che ti posso dire, e che abbiamo riscontrato noi, è sicuramente una maggiore partecipazione del pubblico durante i live, cosa che è sempre ben gradita.
Voi siete una band underground, ma sembrate tutti quanti molto convinti e decisi sul percorso che volete seguire. Cos’è che anima tutto ciò, la passione ? O c’è dell’altro ?

A: Sicuramente non lo facciamo per i soldi ahahah. Comunque direi che alla base di generi come il nostro c'è solo la passione che ti spinge. Poi tutto quello che viene in più è ben accetto.

Alessandro, so che insieme al tuo cantante Claudio gestite una sala prove, la Play Loud, frequentata da un sacco di musicisti. Puoi parlarmi un po’ di questa tua esperienza ?

A: Ci piaceva lavorare nel mondo nella musica, quindi abbiamo cercato di fare qualcosa inerente. Per ora ci sta dando diverse soddisfazioni, speriamo sia cosi anche in futuro.



All’interno della Play Loud sono presenti una scuola di canto, batteria, chitarra e basso . I corsi di canto sono tenuti da Jacopo Meille (Tygers of Pan Tang) mentre per i corsi di batteria ci pensa la scuoal freestroke … Insomma tutti bei progetti … Cosa mi vuoi dire al riguardo ?

A: Ci sembrava interessante allargare un po’ la nostra attività creando una sorta di punto di ritrovo per il musicista, quindi aprire una scuola all'interno della nostra struttura si è dimostrato uno dei modi migliori per farlo.

Se capitasse l’occasione ai Sickening di suonare di spalla ad una band conosciuta o di andarci insieme per un tour, con quale gruppo vorresti che vi capitasse questa possibilità e perché…

A: Mah…non saprei, potrei dirti diversi nomi, tanto non credo accadrà mai ahahah.



Marco parlaci della tua esperienza di batterista, quando hai cominciato, perché hai scelto proprio questo strumento e com’è stato suonare con questo strumento dagli inizi ad oggi …



M:Suono da quando ho 16 anni circa, come tanti ho iniziato per gioco e poi si è trasformata in una vera e propria passione. Il motivo per cui ho scelto questo strumento sinceramente non me lo ricordo o non lo so proprio, probabilmente perché grazie ad un mio amico che aveva una sua sala prove con la batteria sempre a disposizione potevo sperimentare/imparare anche non avendola a casa…che si sa, non è una cosa molto comoda e silenziosa.





Dimmi quali sono i batteristi a cui maggiormente t’ispiri e quelli più rilevanti per la scena metal estrema secondo te …



M:Attualmente non ho batteristi preferiti a cui mi ispiro in modo particolare; inizialmente sì, ed erano quelli dei miei gruppi preferiti.

Ad oggi cerco di prendere spunto da chiunque, famoso e non, se ha qualcosa di interessante da trasmettere.

Tu come batterista a livello tecnico, su cosa punti maggiormente e  quali sono gli elementi su cui un buon batterista deve basarsi secondo la tua opinione …


M:  personalmente credo che a livello tecnico le cose veramente importanti siano due, ovvero andare a tempo e avere un bel suono. Invece penso che sia fondamentale comprendere il ruolo e la concezione di batteria/percussioni all’interno di un gruppo, cioè  capire quando è il caso di fare un semplice 4/4 oppure quando ci si può cimentare in cose più complesse. Io ho studiato abbastanza inizialmente (ma neanche troppo ad essere sinceri) e col tempo ho capito una cosa molto semplice ma non scontata, ovvero che la tecnica dovrebbe essere al servizio della musica e non viceversa, anche se poi il bello di suonare è che ognuno può fare quello che gli pare, tanto si sa, i gusti sono una cosa soggettiva. <em>
</em>



 So che c’è una tua intervista sulla rivista sickdrummer, ci puoi raccontare come ti si è presentata quest’occasione e com’è andata la vicenda …



M:In realtà è molto breve e semplice la storia…Ian (boss di Sickdrummer) ci ha mandato una email su myspace chiedendomi se volevo fare un’intervista che poi sarebbe stata pubblicata sul sito…la risposta è stata ovviamente affermativa. Fra l’altro devo aggiungere che è una persona veramente in gamba e disponibile.

Se qualcuno fosse interessato questo è il link dell’intervista:



http://www.sickdrummermagazine.com/index.php/the-drummers/death-grind/1111-marco-taiti.

Per chiudere l’intervista, cosa vorresti dire in conclusione a coloro che leggeranno tutto ciò che non hai ancora detto  ?

A: Supportate l'undergrounde

http://www.myspace.com/sickeningdeath

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